Un giro (virtuale) in bicicletta attraverso alcuni luoghi simbolici e rappresentativi della Milano dei Diritti
Per iniziare questa stagione di condivisione di Milano e dei suoi luoghi (i luoghi dove si esprimono o si sono espressi i temi della legalità e dei diritti che in essa vivono) la nostra idea era di offrirvi un percorso per la città attraverso una decina di luoghi simbolo di fatti e di persone che a Milano rappresentano o hanno rappresentato alcune declinazioni di diritti. L’idea intendeva “lanciare la nostra campagna d’autunno”, che aveva come centro di confronto e di azione la città, il suo sviluppo urbanistico, le sue periferie, il modo in cui i diritti sono vissuti anche fuori dal centro di Milano.
L’uso della bicicletta era coerente con un’idea di mobilità che in questi mesi ha trovato a Milano pensieri e progetti, alcuni realizzati, e che è ormai considerata una delle forme di sopravvivenza urbana più adeguata rispetto alla prevenzione del contagio.
L’aggravarsi della situazione sanitaria e l’introduzione di misure che limitano fortemente le iniziative che coinvolgono gruppi di persone, ci costringono a rinunciare (o meglio, a rimandare) l’idea di scendere per strada a pedalare e parlare di diritti. Ma non ci arrendiamo e proviamo intanto a realizzare il nostro percorso in forma virtuale.
Il nostro percorso per i diritti e la legalità pensato in virtuale propone alcune riflessioni sui luoghi e sulle persone che in questa città hanno rappresentato alcune idee che ci stanno a cuore. Con la speranza, anzi la convinzione, che, quando sarà possibile ritrovarsi in strada, lo percorreremo insieme, riproponendovi le nostre riflessioni.
Si ringraziano Luca Oggioni per il montaggio dei contributi video e Alessandro Bastianello, autore di parte delle fotografie.
Il 29 gennaio 1979, in via Muratori, un commando di Prima Linea uccise il pubblico ministero Emilio Alessandrini. Il figlio Marco ricorda chi era suo padre e perché rappresenta quella parte dello Stato che, nel contrasto al fenomeno terrorista, mantenne intatte le regole della giurisdizione.
Davanti all'ingresso dello storico Teatro dell'Elfo, Elio de Capitani ci racconta i luoghi della cultura nella città di Milano, i classici luoghi del centro e quelli delle periferie, e di come il diritto alla cultura sia compresso in tempo di pandemia.
Cristina Osazuwa ci racconta di come lo sport abbia accompagnato il suo progetto di vita in Italia.
L’assessore Roberta Guaineri ci spiega come si siano sviluppati i luoghi dello sport nella città, a partire dalla appena ristrutturata Arena Civica.
Vincenza Rando di Libera ci racconta chi era Lea Garofalo e cosa rappresenta nel percorso di emancipazione per l’autodeterminazione anche in contesti familiari difficili come quelli mafiosi.
Inaugurato il 24 gennaio 2003 nell’area verde del Monte Stella, il Giardino dei Giusti di tutto il mondo è uno spazio di dialogo e di educazione alla responsabilità personale che ricorda e onora le donne e gli uomini che in ogni parte del mondo hanno aiutato le vittime di genocidi, persecuzioni di ogni tipo e regimi totalitari: ogni essere umano, esercitando anche il più piccolo spazio di libertà, può diventare un argine nei confronti delle ingiustizie, delle violazioni dei diritti fondamentali e dei crimini contro l’umanità.
Marco Cappato racconta chi era Fabiano Antoniani e cosa ha significato per il nostro Paese la sua vicenda, il cui momento finale (e iniziale rispetto al processo che ne è seguito) è un “viaggio” partito dalla sua casa di via del Giambellino.
Il 28 maggio 1980 Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera, fu assassinato di fronte alla sua abitazione.
Giangiacomo Schiavi ci racconterà chi era Walter Tobagi e cosa ha rappresentato per i giornalisti e in generale per la società italiana.
Umberto Ambrosoli ricorda suo padre Giorgio Ambrosoli, ucciso l’11 luglio 1979 quando era commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, e la sua storia; ricollegandosi idealmente a Emilio Alessandrini, ci fornirà una declinazione dell’uomo dello Stato.
Giacinto Siciliano illustra il senso della pena e il rapporto del carcere con la società civile, nella consapevolezza del suo essere un vero e proprio quartiere all’interno della città.
Il 12 dicembre 1969, alle 16,37, una bomba fu fatta esplodere da gruppi terroristici neofascisti all’interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura, causando 17 morti e 88 feriti. Benedetta Tobagi, giornalista e studiosa del Terrorismo in Italia, ci ricorda cosa ha rappresentato per Milano e per il Paese quell’atto terroristico e perché continua a rappresentare la rivendicazione del diritto alla verità.
Il professor Francesco Viganò racconta i due giuristi Guido Galli e Giandomenico Pisapia, entrambi legati all'Università cittadina, e i loro studi sul processo penale.
Susanna Camusso, sindacalista, racconta un luogo simbolico della città e l’evoluzione dell’affermazione dei diritti dei lavoratori dalle storiche rivendicazioni operaie sino agli sfruttati di oggi.
Il 9 aprile 2015 vengono uccisi all’interno del Palazzo di Giustizia il giudice Ciampi, l’avvocato Claris Appiani, l’imputato Erba. L’avvocato Alberta Brambilla Pisoni racconta del valore simbolico del luogo in cui accadde la strage.